Siamo padroni della nostra Mente?
La teoria degli schemi elaborata da alcuni psicoterapeuti americani si avvicina alle concezioni psicologiche indiane, in quanto uno schema mentale innescato, ma latente, richiama il concetto delle impressioni pregresse e delle memorie inconsce, mentre uno schema attivo si autoalimenta nel comportamento è vicino alla idea degli atteggiamenti condizionati ripetitivi.
Quando si formano gli schemi mentali?
Attraverso gli schemi, formatisi a seguito delle esperienze della prima infanzia, si costruisci un’immagine interiore coerente, che organizza i ricordi sotto forma di memoria autobiografica, condiziona un comportamento e delinea un personaggio socialmente accettabile.
Gli schemi determinano in parte la personalità, inducendo ad assumere “maschere” interiori, che impediscono di vedere e comprendere il nucleo più profondo di sé.
Del resto il termine “persona” di probabile origine etrusca, definiva la maschera teatrale indossata dal artista per assumere le fattezze del personaggio interpretato e amplificarne la voce.
Cosa condiziona la nostra Mente?
La mente, in effetti, appare come un attore che continuamente si maschera, interpretando sempre personaggi condizionati:
- dalla cultura d’origine e dall’ambiente;
- dai ruoli richiesti dalle varie situazioni;
- dalle emozioni che incalzano …
La “rappresentazione” è continuamente alimentata dal atteggiamento dell’io mosso:
- dall’attaccamento
- dall’avversione o
- dall’offuscamento
le tre modalità di risposta alle sollecitazioni della vita:
”voglio, non voglio, non so”.
Come rappresenta simbolicamente la nostra Mente il Buddhismo?
In una potente raffigurazione buddhista, Il Bhavacakra o “Ruota degli stati dell’essere”, il mozzo della ruota è costituito da tre animali:
- un gallo rosso, che rimanda all’attaccamento,
- un serpente verde che allude all’avversione,
- un maiale nero che rappresenta l’offuscamento.
I tre si mordono vicendevolmente la coda, indicando così che le tre reazioni della psiche – simpatia, antipatia, apatia – sono strettamente collegate fra loro e innescano un processo circolare d’intossicazione emotiva.
Mente ed Emozioni a confronto
Le emozioni, flusso di energia psicofisica che e-move, “trasporta fuori” e “scuote”, appartengono alla sfera più arcaica della mente e ci forniscono strategie di sopravvivenza elementari per fronteggiare minacce reali o immaginarie.
Sono “eruzioni vulcaniche” che saltano le più lente architetture cognitive della corteccia cerebrale per ottenere reazioni tempestive, fondamentali per l’esistenza.
Sono proprio la carica emozionale e l’investimento affettivo a causare il costituirsi della memoria, non solo del singolo, ma di un gruppo familiare e addirittura di un popolo.
Cosa condiziona l’emergere delle Emozioni?
L’insorgere di un’emozione e di uno stato mentale ha cause immediate e remote:
- stimoli dall’ambiente,
- stato fisiologico dell’individuo,
- pensieri e influssi nascosti,
- esperienze pregresse registrate nella mente in forma di tendenze abituali.
Un’emozione è distruttiva ovvero eccessiva, inadeguata, dannosa per se e gli altri quando distorce la percezione della realtà e quando ci si aggrappa ad essa, fino a trasformarla in umore e poi in tratto caratteriale.
Come possiamo gestire le Emozioni?
Affrontare le emozioni senza lasciarsi travolgere presuppone il non negarle, reprimerle o giudicarle, ma accoglierle per quello che sono: accadimenti psicofisici indipendenti dalla propria volontà.
Spesso invece infastiditi da quanto si prova o vergognandosi, si tenta di rimuoverle, non considerando che il controllo non va esercitato sull’emozione, le cui ricadute psicofisiche non dipendono dalla volontà, ma sulle reazioni ad essa.
La Mente è dunque un teatro drammaticamente affollato.
La mente è dunque un teatro drammaticamente affollato: pensieri ed emozioni che si accavallano, si rincorrono, si scontrano, in una sorta di “moto perpetuo” che non dipende dalla direzione d’orchestra dell’io.
Questi al contrario, sembra essere in balia delle sue creazioni mentali, che appaiono formarsi e agire indipendentemente dal suo volere.
Il regista è stato sopraffatto dai suoi attori e si è identificato in loro.
Che strumenti ci dona la cultura Indiana per disciplinare la nostra Mente?
Consapevole del pericolo di essere travolti dal tumultuoso mondo psichico, la cultura indiana si è intensamente dedicata allo studio della mente e alla ricerca di adeguate tecniche per disciplinarla.
Lo Yoga si è particolarmente distinto in tal senso e negli Yogasutra – il testo fondamentale dello Yogadarshana, una delle sei scuole tradizionali che raccolgono il sapere della casta sacerdotale, i brahmana o brahmani – il secondo versetto recita:
“Lo Yoga è l’inibizione dei turbini mentali”.
I “turbini mentali” sono il continuo “parlare” della mente, che oscilla tra chiacchierio di sottofondo e rumore in primo piano, per cui il silenzio è parte integrante della disciplina yogica.
Quindi?
Siamo chiamati ad esercitarci costantemente nel tenere le redini della nostra mente agitata, altrimenti vivremo quotidianamente in un’illusione, sia nella vita sentimentale che familiare, lavorativa o sociale.
Siamo chiamati ad autodisciplinare i nostri turbinii mentali o vivranno loro al posto del nostro Sè più profondo.
Fonte Bibliografica: estratto da Tacita-Mente | Autore Marilia Albanese
https://www.sessualitasacra.it/prodotto/corso-completo-sessualita-sacra/